(Foto Mauro Donati)
(Foto Mauro Donati)

Matteo Angori, assistente allenatore Fortitudo, è stato intervistato da Damiano Montanari su Stadio.

Un estratto delle sue parole.

In Fortitudo sono stato un giocatore a livello giovanile, poi sono tornato come assistente, prima nella stagione 2007/08 quando Breveglieri era responsabile del vivaio, quindi nell’annata sportiva 2021/22, quella della retrocessione in A2 con coach Martino, e quella successiva con Dalmonte, archiviata con i playoff di A2 durante i quali, dopo l’esonero di Luca, fui promosso capo allenatore.
Imola? È stata una esperienza che mi ha fatto crescere e capire tante cose. Era partita molto bene, soprattutto a livello di risultati, dato che eravamo nei primi posti della classifica con una squadra costruita i primi dieci giorni di agosto scegliendo tra i giocatori che erano ancora liberi. L’epilogo è stato negativo per tanti motivi, sia di campo, sia extra campo, così ho scelto di dimettermi.
Il ritorno in Fortitudo? Intorno a metà giugno coach Caja mi ha chiamato dicendomi che ci sarebbero stati dei cambiamenti nello staff tecnico e che avrebbe avuto piacere che io tornassi a lavorare con lui. Ci siamo visti, abbiamo fatto una chiacchierata e poi ho incontrato il club trovando subito un accordo ma avevo già deciso in precedenza: avere ricevuto una chiamata con quelle parole di stima da parte di un allenatore con il curriculum e l’esperienza di Caja era stato decisivo.
Il roster. Prima di tutto vorrei dire che lo sento anche un po’ mio e di Edoardo Rabbolini, l’altro assistente che collaborerà con me. Lo conoscevo già e, anzi, quando andai via da Capo d’Orlando feci il suo nome alla società, che poi lo tesserò: è un ragazzo molto preparato. Dicevo, sento anche un po’ mia questa Fortitudo perché, a differenza del primo anno in cui arrivò Caja e per varie vicissitudini il gruppo fu costruito scegliendo tra i giocatori che erano rimasti liberi, quest’anno abbiamo lavorato subito sodo per definire la squadra già a metà giugno. Nella ricerca dei profili giusti il coach ha coinvolto molto anche me ed Edoardo e questo mi ha fatto molto piacere: abbiamo svolto un ottimo lavoro di staff. Credo che il roster allestito sia perfetto per il tipo di pallacanestro che vorremo giocare: la squadra metterà in campo molta fisicità ed energia in difesa, ma pure in attacco diremo la nostra: fidatevi di questa Fortitudo.
Poco talento? No, non sono d’accordo. La squadra è equilibrata, poi non ci sarà l’elemento da 30 punti a partita, ma è una tipologia di giocatore che non cercavamo. In questa Fortitudo ci sarà un protagonista diverso in ogni gara. Abbiamo giocatori che fanno la differenza in A2.

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