(Foto Fortitudo Pallacanestro 103)
(Foto Fortitudo Pallacanestro 103)

Vincenzo Guaiana è stato sentito da Elisa Fiorini per 1000cuorirossoblu. Un estratto dell'intervista.

Vincenzo, venite dalla vittoria a Pistoia, su un campo che è noto per non regalare niente e trascinato sempre da un pubblico caldissimo. «Una bella vittoria che ci ha dato tanto entusiasmo, è davvero soddisfacente vincere in campi così difficili. Sappiamo che la nostra forma non è al massimo per gli infortuni ma la squadra è sempre pronta. Eravamo avanti di tanto, poi ci hanno recuperati, ma siamo stati bravi a essere solidi nel finale. Vincere una gara così ci dà tanta fiducia».

Per te le ultime gare sono state un crescendo, venendo sempre adattato al ruolo di 4. «Durante la mia carriera mi è capitato spesso di giocare in ruoli non miei per emergenze, dal portare palla a fare il 4. Fisicamente la differenza è tanta, ma onestamente mi trovo bene, non mi sento un pesce fuor d’acqua. Sono contento che la fiducia che sento sia stata percepita dal coach».

Preferisci il ruolo di 4 tattico o il tuo “canonico” di guardia? «Il secondo: mi piace giocare con la palla in mano, portarla e passarla. Il 4 non ha però troppe caratteristiche da lungo nei nostri giochi, dove si attacca in maniera dinamica».

Il tuo arrivo a Bologna è stato un crescendo, dall’ne a Roseto agli oltre 30 minuti contro Torino. «Ero consapevole del fatto che il mio ingresso sarebbe stato graduale. La prima a Roseto è stato un duro colpo, ma si trattava di un’eventualità che avevo messo in conto. Il mio obiettivo è arrivare a fine anno pronto, e tutto quello che è in mezzo, e soprattutto all’inizio, è da superare con energia. Sono un grande lavoratore e ripongo totale fiducia in Caja».

Contro Torino è infatti arrivato uno scroscio di applausi alla tua uscita dal campo. «Per un giocatore un gesto del genere vuol dire tantissimo, è stato super emozionante, perché ho fatto semplicemente quello che mi viene meglio: mettere energia e fare del mio meglio, anche in un ruolo che non è la mia specialità. Questo affetto dal tifo bolognese è indescrivibile, ripaga tutti i sacrifici».

Il Paladozza è davvero così unico? «Sì, perché non solo c’è sempre tantissima affluenza, ma sei letteralmente immerso nel tifo. La gente canta col cuore, ed è un vero e proprio spettacolo giocare lì. Le persone ti vogliono davvero bene, è una cosa che si percepisce e le rende il tifo più bello d’Italia».

La decisione di venire qui quest’estate è stata difficile? «Ero frenato da un motivo affettivo. In A2 avevo avuto alcune richieste, ma l’unica che è riuscita a combattere il desiderio di restare a Roseto è stata la Fortitudo. Sono una persona alla quale piace uscire dalla comfort zone, e sapevo che si trattava della miglior scelta per la mia crescita personale».

Cosa vuol dire allenarsi con Attilio Caja? «É un coach tosto, ma ne ero consapevole sin da quando ho firmato. Ci fa lavorare tanto e si sofferma moltissimo sul punto di vista mentale: vuole sempre il massimo della concentrazione. Con lui devi essere sempre sul pezzo, e credo che questo sia motivo di grande crescita. Lui vuole lavoratori in squadra, e io lo sono».

Un momento brutto e uno bello dal tuo arrivo a Bologna? «Un momento difficile è stato di certo la partita a Roseto, dove mi sono chiesto se fossi nel posto giusto. La settimana dopo è stato un barcollare, poi sono tornato sui miei passi, andando avanti, e ho fatto bene. Un momento stupendo invece è stato il calore del pubblico quando sono uscito da campo nella gara con Torino, davvero emozionante. Ero convinto che, se fosse mai accaduto, sarebbe successo più avanti nel campionato. Invece è capitato solo dopo qualche partita. Fantastico».

Sabato arriva Brindisi: che partita dobbiamo aspettarci? «Un’altra gara dove l’ago della bilancia sarà sempre la concentrazione. Il difesa bisognerà fare un bel lavoro sulle loro guardie, alle quali piace avere la palla in mano. Dovremo essere perfetti nel gestire le rotazioni difensive».

La classifica ora vi vede al secondo posto: dove pensi che possa arrivare la Fortitudo quest’anno? «Ora è sicuramente presto per dirlo, ma ho buone sensazioni dentro e fuori dal campo: questo è necessario per una squadra vincente. Vogliamo fare del nostro meglio e provare ad arrivare fino in fondo, anche se potrebbe sembrare scontato. Credo nelle nostre qualità».

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